Prof, che si fa di bello oggi?

Questa è una di quelle richieste che mi riempiono il cuore e mi fanno camminare 20 centimetri da terra. Vedere i miei alunni entusiasti, con gli occhi sbarrati e la voglia di fare è veramente una bella soddisfazione, che mi ripaga di ogni mio minuto speso a casa a studiare di volta in volta nuove e originali lezioni.

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È una bella sfida quella che ogni giorno tutti noi docenti condividiamo con i nostri alunni. Ma il momento più sublime arriva quando li vedi lavorare per ore, senza stancarsi, gomito a gomito, anche affianco all’amico più antipatico, con lo sguardo fisso sul compito e una sbirciatina al tempo che scorre velocemente, a detta loro. Quello stesso tempo che, in altre ore della giornata scolastica, non vuole proprio trascorrere e fa i dispetti allungando i minuti.

Ma è già finita l’ora!

“Sono già trascorse due ore” faccio notare. Ma per loro ogni volta è come la prima volta! In quale attività così entusiasmante ed accattivante sono occupati? Giocano forse alla PSP, o a qualche altro gioco elettronico? No, semplicemente…

…lavorano in gruppoProvateci anche voi!

Create all’interno della vostra classe piccoli gruppi, dategli un obiettivo comune da raggiungere, motivateli adeguatamente affinché – attraverso il lavoro – possano migliorare reciprocamente il loro apprendimento. Che cosa state facendo? State mettendo in atto un metodo didattico efficacissimo, il Cooperative Learning. Questo metodo, tutt’altro che competitivo ed individualistico, può essere applicato ad ogni compito, ogni materia e ogni curricolo.
Il lavoro di gruppo è sempre esistito nella scuola, tuttavia capita che gli studenti – a volte -possano anche lavorare insieme senza trarne profitto. Può succedere, infatti, che essi operino insieme, ma senza interesse né soddisfazione. Nel Cooperative Learning, invece, gli studenti diventano protagonisti di tutte le fasi del proprio lavoro, dalla progettazione all’autovalutazione. Assumendo un ruolo attivo, gli studenti si dedicano con piacere all’attività comune, attività in cui l’insegnante assume soprattutto il ruolo di facilitatore e coordinatore dell’attività di apprendimento.

Proporre metodicamente attività di Cooperative Learning in classe ha dei vantaggi. Diamo un’occhiata:

  • Gli studenti lavorano con più interesse e motivazione e i loro risultati migliorano così come migliora la capacità di riflessione e critica.
  • Si rinforza lo spirito di squadra, si apprezza e si valorizza l’apporto di ciascun membro del gruppo e si accresce il rispetto reciproco.
  • Aumenta l’autostima personale e il senso di autoefficacia all’interno del gruppo.

Volete che tra i vostri studenti si realizzi un’efficace cooperazione? OK!

  • Fategli capire che ogni membro del gruppo è interdipendente dagli altri e che senza l’apporto fattivo di ciascuno non si potrà mai raggiungere il successo collettivo.
  • Insegnategli ad essere responsabili per se stessi e per il gruppo intero dei risultati finali.
  • Dimostrategli (anche se lo capiranno da soli e abbastanza in fretta) che relazioni positive all’interno del gruppo giovano al raggiungimento degli obiettivi prefissati, perciò conviene promuovere un’interazione costruttiva tra i membri, sostenendo gli sforzi di tutti (anche minimi e comunque rapportati alle capacità personali) ed elogiando ogni piccolo successo ottenuto piuttosto che criticare e denigrare il lavoro altrui.
  • Ricordate loro che solo creando un clima di collaborazione e fiducia reciproca (importante insegnare – ed imparare – a gestire i conflitti!) il gruppo potrà progredire nel suo lavoro; queste si chiamano competenze sociali e non servono mica solo a scuola!
  • Insegnate loro ad autovalutarsi e a saper essere critici – nel senso costruttivo del termine – non solo con gli altri, ma soprattutto con se stessi e con il proprio gruppo. In poche parole a non vedere solo la pagliuzza nell’occhio del vicino ignorando la trave nel proprio!
  • Ed infine spiegate loro come imparare dagli errori e come porsi obiettivi di miglioramento sempre, sia in caso di successo che di prestazione poco esaltante!

Per chi volesse approfondire questo argomento la bibliografia è amplissima e si trova facilmente su Internet. Non si possono però non citare i guru di questa metodologia, i fratelli Johnson, e il loro classico Apprendimento cooperativo in classe, punto di partenza per chiunque voglia affacciarsi allo studio di questa rivoluzionaria modalità di insegnamento-apprendimento. Si tratta di un libro ricchissimo di proposte operative facilmente adattabili a qualsiasi contesto di classe. Un secondo evergreen è il manuale di Elizabeth Cohen, Organizzare i gruppi cooperativi. Anche qui molte proposte per realizzare un apprendimento attivo e significativo con un occhio agli alunni con particolare disagio socio-culturale. Infine due volumi estremamente pratici: il primo è una vera e propria guida per organizzare attività di Cooperative Learning semplici, efficaci e divertenti, 99 idee per lavorare in gruppo (Dreyer e Harder); il secondo, Apprendimento cooperativo in pratica di Anna La Prova, insegna come stimolare i diversi tipi di intelligenze e stili di apprendimento e come creare un ambiente di lavoro inclusivo utilizzando il Cooperative Learning.

Come avrete capito arrivando fin qui, questo articolo è solo uno spunto! Uno spunto per approfondire questa metodologia e sperimentarla affinché diventi consuetudine didattica nelle nostre aule e diffonda tra i nostri ragazzi l’idea che cooperazione e collaborazione funzionano di più che egoismo e competizione. Nella scuola, ma anche nella vita. E chi lo prova… non torna più indietro!

Questo articolo è stato pubblicato in Didattica, In classe e contrassegnato come , da Patrizia Ida Grassi . Aggiungi il permalink ai segnalibri.

Informazioni su Patrizia Ida Grassi

Insegnante di lettere nella scuola secondaria di 1° grado "Alighieri-Spalatro" di Vieste (FG), da sempre appassionata di tecnologie e strategie didattiche innovative per coinvolgere gli alunni, in particolar modo quelli più demotivati. La sua filosofia d'insegnamento è: "imparare giocando, e insegnare divertendosi". Sostenitrice della didattica capovolta, ha iniziato a capovolgere la sua metodologia d'insegnamento nella classe digitale dove insegna attualmente. È così "capovolta" che anche i suoi cani la guardano in modo strano... ;-)

16 pensieri su “Prof, che si fa di bello oggi?

  1. Insegnare a cooperare per il bene comune dovrebbe essere uno dei primi obiettivi della scuola! Non per niente è inserita tra le 8 competenze chiave: imparare a collaborare e partecipare comprendendo i diversi punti di vista delle persone. Si comincia in classe e si prosegue fuori dalla classe… o almeno, ce lo auguriamo! Ottimo articolo 🙂

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  2. Cara Patrizia, complimenti per l’articolo! Il lavoro di gruppo cooperativo è una metodologia che da sempre reputo efficace e stimolante per me docente e per i miei alunni. Si, è vero, a loro piace lavorare insieme, anche se, ammettiamolo, i membri del gruppo li sceglierebbero volentieri loro da soli: “questo mi sta antipatico, l’altro non ha voglia di lavorare, lei è la mia migliore amica!”
    Ma questo è solo il loro approccio iniziale, approccio che muta nel momento in cui si spiega loro che lavorare insieme è una modalità che li aiuta “a saper stare insieme”, a comprendersi, ad accettarsi oltre che a facilitare o potenziare il loro apprendimento.
    Da quando conosco questo metodo di lavoro, le sue ricadute didattiche, la necessità di strutturarlo nei minimi dettagli affinché possa essere il più efficace possibile, devo ammettere che non riesco più ad assegnare un compito di gruppo a cuor leggero, e questo fa anche sì che non sia una mia prassi quotidiana, ma sto cercando di migliorare e i manuali che tu hai suggerito nei link sono davvero delle manne dal cielo! Aggiungo, inoltre, che se è vero che per fare cooperative learning devi avere una conoscenza approfondita della tua classe e delle dinamiche relazionali che in essa operano, spesso queste saltano fuori proprio durante la loro cooperazione. Quindi da metodologia finalizzata a stimolare una positiva interazione tra gli alunni (ma non solo, chiaramente!), diventa per il docente anche uno strumento per meglio conoscerli.

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  3. BRAVISSIMA PROF!!! Descrizione fedelissima di ciò che avviene nelle tue classi ma anche nella “nostra” nella quale non si riesce più a farne a meno: il “Cooperative Learning” è in assoluto la strategia vincente che attua una formazione globale degli alunni di oggi ma anche e soprattutto dei futuri TEAM del domani!!!!

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    • Grazie Cara, la mia esperienza è una delle tante che si vivono nella nostra scuola… D’altronde STRATEGIA VINCENTE NON SI CAMBIA 😜👍🏼😘😘😘😘

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  4. Pingback: Prof, che si fa di bello oggi? | melina74

  5. Metodologia sicuramente vincente, stimolante x chi apprende e x chi insegna. Presumo che la cooperazione di cui parlate sia diversa da quella che io posso sperimentare con ragazzi di 17- 18 anni ove le dinamiche di relazione amicale all’interno della classe sono ben complesse. Globalmente il feed beck che torna é carico di sfaccettature positive tali da ripartire esattamente da dove ti sei detta “peró !!! Non pensavo che…” E proprio allora é che capisci che faticare x i tuoi studenti che imparano mentre crescono é fantastico

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    • Grazie Vittoria per questo tuo riscontro, ho voluto condividere la mia esperienza perché possa essere d’aiuto. È importante per noi docenti essere rete e collaborare, solo così si può migliorare ogni giorno ed essere al passo con i tempi, offrendo una didattica sempre più coinvolgente e motivante, che aiuti i nostri alunni ad essere competenti e preparati.

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