Nessuno nasce “imparato”… sul Web

Estate. Tempo di vacanze. Valigie pronte e tutti al mare – o in montagna – a godersi il meritato riposo. Ma prima di mettersi in viaggio uno sguardo alle previsioni del tempo, alla situazione del traffico su strade e autostrade, un controllo ai freni e alle gomme.

Immediatamente prima della partenza le classiche domande: “Cara, hai dato le pasticche per il mal d’auto ai bambini?“, “Hai preso la crema per le scottature?” “E il dopopuntura?”. Durante il viaggio: “Caro, non ti sembra di correre un po’ troppo? Pensa ai tuoi figli!”, “Lo sai che tenere un’andatura moderata e costante fa risparmiare carburante? Così viaggiamo più sicuri, risparmiamo e facciamo meno male all’ambiente!“, “Ragazzi, avete fame? La mamma ha portato i panini con la cotoletta che vi piacciono tanto!“, “Francesco, allaccia bene la cintura! …E tu Lucilla, non essere maleducata e non fare le linguacce al camionista!

Molti di voi si saranno riconosciuti in queste scenette familiari che denotano cura e attenzione per sé e per i proprio cari, ma non solo.

La consapevolezza di dover viaggiare per molte ore su una strada trafficata (e afosa!), la doverosa attenzione alla sicurezza e al benessere della propria famiglia, il rispetto delle regole della strada, la salvaguardia dell’ambiente, sono tutte cose di cui ci preoccupiamo al momento di intraprendere un viaggio.

Tutti amiamo viaggiare sereni e sicuri.

Tutti siamo consapevoli dei rischi della strada, degli inconvenienti in cui potremmo incappare nel tragitto, dei nostri diritti e di quelli degli altri, delle nostre responsabilità, delle conseguenze dei nostri comportamenti scorretti.  Insomma siamo – nella maggior parte dei casi – viaggiatori coscienziosi ed informati. Questo ci aiuta a raggiungere la meta e a superare gli imprevisti, se non addirittura ad evitarli.

E allora perché quando navighiamo in Internet non ci comportiamo allo stesso modo?

Viaggiare sul Web è forse molto diverso?

Direi proprio di no. Anche sul Web esistono regolediritti e doveri, responsabilità, percorsi più o meno sicuri, rischi, inconvenienti. Solo che per viaggiare nel mondo virtuale, a differenza che in quello reale, non ti chiedono i documenti né l’età, non ti insegnano PRIMA a guidare, né ti fanno frequentare un corso obbligatorio. Basta avere il mezzo (un qualunque device) e il carburante (un abbonamento a Internet) e puoi partire indisturbato e incontrollato sulle “autostrade digitali” che possono essere più pericolose e insidiose di quelle d’asfalto.

Per viaggiare in Internet servirebbe la PATENTE!

O comunque una formazione adeguata per poterlo fare in sicurezza e tranquillità e per sfruttare al meglio le potenzialità che la Rete offre. Ecco, proprio questo ci vorrebbe!

15641032651_182b520cbd_oMa il Web – in particolare il Web 2.0, per sua natura più insidioso del Web 1.0 – è ancora troppo giovane e, sebbene se ne discuta tanto, non esiste ad oggi una regolamentazione precisa in merito, tanto che per l’educazione all’uso corretto della Rete si continua ad affidarsi al buon senso delle famiglie e alla buona volontà degli insegnanti. Anche qui, tuttavia, i limiti sono evidenti. Educare le giovani generazioni ad un uso consapevole e responsabile di Internet significa avere noi stessi quelle competenze che intendiamo sviluppare nei nostri figli ed allievi. Ma noi genitori ed insegnanti, immigrati digitali, molto spesso quelle competenze non ce le abbiamo. Così come – contrariamente a ciò che si pensa – non ce le hanno i cosiddetti “nativi digitali” che, pur vivendo circondati dalle tecnologie, non sono nati “imparati” come direbbe il grande Totò!

Proviamo allora a tracciare alcune LINEE GUIDA che possono servire come punto di partenza per una riflessione sull’uso corretto e consapevole del Web, ma anche come checklist per testare le nostre competenze nel campo e, perché no, per abbozzare – ora che noi insegnanti siamo in “pausa” dalle lezioni –  un progetto di formazione ed informazione nelle nostre classi per il prossimo anno scolastico.

CONOSCERE LA STRADA

Imparare a gestire l’elevato numero di informazioni del Web e sviluppare spirito critico:

  • Saper effettuare una ricerca efficace e mirata: per risparmiare tempo ed energie, ma soprattutto per centrare al meglio il nostro obiettivo.
  • Non fermarsi al primo risultato: perché è esattamente quello che fanno tutti, quindi rischieremmo di essere poco originali oltre che riduttivi, infatti non è detto che il primo risultato sia il più rilevante per noi.
  • Saper discernere il buono dal cattivo: sul Web ci sono tanti tesori nascosti ma anche tanta spazzatura. Alleniamoci nella ricerca delle cose preziose!
  • Essere in grado di valutare la veridicità delle notizie e l’attendibilità delle fonti: oggi tutti possono pubblicare qualcosa. Saper vagliare l’autorevolezza di ciò che si sta leggendo, e magari riutilizzando, è fondamentale!
  • Riconoscere a prima vista la pubblicità anche quando è camuffata: alla larga da siti o blog strapieni di annunci pubblicitari o di inviti a cliccare qua e là, a registrarsi obbligatoriamente prima di poter aprire i contenuti, a condividere per forza qualcosa sui social in cambio dell’apertura della pagina desiderata, ecc. Questi siti non sono assolutamente da prendere in considerazione!
  • Saper valutare l’affidabilità dei siti e dei contenuti che propongono: ricordarsi di guardare sempre la data di pubblicazione di un contenuto e l’autore (con possibili referenze esposte sul sito stesso); in mancanza di questi due elementi cominciare ad essere scettici sul valore di ciò che si sta consultando.

ALLACCIARE LE CINTURE

Navigare in sicurezza ed acquisire consapevolezza:

  • Preservare i propri dati personali: indirizzo, numero di telefono, dati bancari, ecc. Sembrerà assurdo ma c’è ancora tantissima gente che li fornisce con disinvoltura sul Web senza pensare alle conseguenze.
  • Proteggere la propria privacy e rispettare quella degli altri: di solito non apriamo le porte di casa nostra a chiunque e allo stesso modo chiediamo educatamente il permesso quando ci accingiamo ad entrare in casa altrui. Vale anche sul Web!
  • Stare attenti alle truffe, non essere troppo ingenui ma neppure troppo sospettosi: per chi conosce bene le dinamiche del Web è facile organizzare una truffa e trovare dei “polli” che ci caschino. È questo uno dei motivi per cui dobbiamo navigare sempre con occhi ben aperti, guardarci intorno con circospezione (ma non con apprensione), osservare il funzionamento dei siti accreditati di commercio online ed insospettirci se ci viene proposto qualcosa di diverso dai canoni standard o qualcosa di troppo conveniente!
  • Rispettare i contenuti altrui e i diritti di utilizzo indicati dall’autore: anche sul Web esiste la proprietà intellettuale. Il fatto che i contenuti non si possano “toccare” con mano, che siano virtuali, non significa che non appartengano a nessuno. Un articolo, una foto, un video, una canzone, non si creano da soli… e questo non dobbiamo mai dimenticarlo! Preleviamo solo se siamo autorizzati a farlo dall’autore e seguiamo le regole che egli ci indica (vedi punto successivo).
  • Indicare chiaramente se e come si concede il riutilizzo di ciò che pubblichiamo: se non vogliamo che altri riutilizzino indiscriminatamente ciò che noi abbiamo creato, diamo indicazioni dettagliate su ciò che consentiamo o non consentiamo di fare con le nostre creazioni. Esistono delle regole precise in merito.

RISPETTARE I LIMITI

“Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te!”, le regole di buona educazione e di buon senso del mondo reale valgono anche per quello virtuale:

  • Usare un linguaggio pulito e rispettoso (e aggiungo possibilmente corretto): il fatto che non sempre ci arriva un feedback su quello che stiamo pubblicando non significa che abbiamo il diritto di scrivere tutto ciò che ci pare!
  • Prestare attenzione all’uso delle immagini, soprattutto delle foto: evitare di divulgarle se risultano imbarazzanti, offensive, inopportune, oscene, violente o provocatorie.
  • Non parlare male degli altri: sparlare non è mai una cosa bella, neanche sul Web! E questa regola vale anche per quelli che non si conoscono personalmente.
  • Non invadere o violare lo spazio altrui: i termini TAG e SPAM vi dicono qualcosa?
  • Considerare le relazioni instaurate sul Web alla stregua di quelle della vita reale: muovendovi con le opportune cautele. Così facendo si potrebbero avere delle belle sorprese e conoscere gente veramente interessante, soprattutto in ambito professionale… a me è successo!
  • Non dimenticare che anche sul Web la “nostra libertà finisce dove comincia quella degli altri”: me lo ripeteva di continuo il mio professore di filosofia. Peccato che tanti vivano – e non solo sul Web – come se il mondo fosse tutto loro!

NON INQUINARE

Internet è un ambiente non fisico, ma virtuale. Tuttavia è pur sempre un ambiente e come tale va “tenuto pulito”:

  • Non aprire un blog o un sito per poi abbandonarlo: partire con un’idea ben precisa di cui si è valutata in anticipo la fattibilità. Vi piacerebbe diventare blogger? Disegnate un progetto e cercate di essere costanti perché “aprire” un blog è semplice e alla portata di tutti, ma “tenere” un blog è differente!
  • Fare in modo che la nostra presenza sul Web sia significativa per noi stessi e per gli altri: quindi pubblicare contenuti di qualità e che possano arricchire noi stessi e chi li legge. E per non dire cose scontate bisogna sapere ciò che hanno detto altri prima di noi sullo stesso argomento, vale a dire documentarsi!
  • Non intasare i social di contenuti senza senso e privi di (pubblica) utilità: prima di cliccare per condividere porci sempre la domanda… “A chi giova?“, se la risposta è “Solo al mio ego!” allora lasciar perdere!!! Nel caso proprio non riusciamo a resistere, ricordiamo che si possono sempre selezionare i destinatari dei nostri post. Ah, dimenticavo, i post divertenti sono ammessi, ma con moderazione 🙂

“COSÌ FAN TUTTI…”

Evitare il conformismo e prendersi la responsabilità delle proprie azioni:

  • Non copiare i comportamenti scorretti degli altri: piuttosto farli notare e denunciarli ogni qual volta è possibile. Di chi stiamo parlando? Dei vanitosi, dei saccenti, degli aggressivi, dei pettegoli, dei polemici, degli allarmisti, dei falsi solidali, e via dicendo!
  • Non adeguarsi alla massa: ponderare bene ogni azione che si sta per compiere (like, condivisioni, commenti) soprattutto sui social e non pensare MAI Potrebbe essere una BUFALA, ma nell’INCERTEZZA lo condivido anch’io, tanto che mi costa?
  • Non giustificare le proprie azioni sbagliate solo perché comunemente diffuse: seguire il gregge non ci assolve dalle nostre colpe!
  • Non alimentare catene di Sant’Antonio: che di santo non hanno proprio nulla, anzi sono delle superstizioni belle e buone!
  • Pensare alla nostra reputazione e credibilità: prima di pubblicare, postare o condividere qualsiasi cosa proviamo a immaginare la possibile reazione dei destinatari e l’opinione su di noi che quel contenuto potrebbe generare (anche in futuro)!

“NON SI SA MAI!”

Essere previdenti ed accorti:

  • Salvare i contenuti interessanti: quante volte ci siamo trovati di fronte a siti utili o a contenuti (video, articoli, presentazioni, infografiche) che sembravano fatti apposta per noi? Che cosa abbiamo fatto in questi casi? Ci siamo limitati a consultarli, apprezzandone il valore, e poi a chiuderli con noncuranza? Se abbiamo fatto questo allora siamo degli sprovveduti! Meglio salvare i materiali che troviamo interessanti: anche se non subito, potrebbero tornarci utili in futuro!
  • Creare un archivio ragionato ed ordinato: ovviamente salvare i contenuti non basta, bisogna tenerli in ordine organizzandoli tematicamente in cartelle e sottocartelle, perché siano facilmente reperibili all’occorrenza, se no salvarli sarà stata fatica vana! Anche sul Web essere ordinati premia! In questo ci aiutano i bookmark a disposizione in ogni browser, o in alternativa le app come Symbaloo Pearltrees che sono anche social e permettono di condividere determinati gruppi di “segnalibri”.

Se non vi siete ancora stancati di leggere vi racconto una storiella, chi invece non ne può più ha il permesso di saltare direttamente alle CONCLUSIONI 

C’era una volta l’automobile…

Quando fu inventata, nella seconda metà dell’Ottocento, ne circolavano pochissime fino a che, con la nascita delle prime grandi industrie, le automobili iniziarono ad essere prodotte in serie e le strade cominciarono a “popolarsi” di questi nuovi mezzi di trasporto, guidati per lo più da persone ricche (ma inesperte), le uniche che potevano permettersele visti i costi molto elevati. Pensate forse che questi primi “conducenti” fossero già provvisti di patente di guida? Ma no! Il primo paese a richiedere una patente per guidare un’auto fu la Francia nel 1883, seguita dalla Prussia nel 1888. Negli Stati Uniti, con l’aumentare delle vittime coinvolte in incidenti automobilistici, nel 1910 nello stato di New York fu istituita la patente di guida per gli “autisti di mestiere” e nel 1913 – ma solo nello stato del New Jersey – la patente divenne obbligatoria per tutti gli automobilisti dietro il superamento di un test. In Italia, il primo permesso di guida di cui si abbia notizia risale al 1901 e fu rilasciato all’autista personale dei Savoia. La prima donna patentata fu invece una siciliana che nel 1913 conseguì un “certificato di idoneità a condurre automobili con motore a scoppio”. (storia della patente di guida)

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L’automobile era, per quei tempi, una nuova tecnologia che ha cambiato in pochi anni la vita dell’uomo migliorandola sotto molti punti di vista. Certo non senza effetti collaterali, come tutte le nuove tecnologie! Perché qualcuno si accorgesse che, in quanto tecnologia complessa e potenzialmente pericolosa, andasse regolamentato il suo uso, sono passati un po’ di anni. Oggi, a distanza di oltre un secolo, tutti i paesi hanno un codice della strada e richiedono una patente a chi voglia guidare un’auto o qualsiasi altro mezzo a motore. Oggigiorno tutti giudicheremmo scandaloso, oltre che estremamente pericoloso, viaggiare senza patente.

E chi “viaggia”su Internet?

Le tecnologie digitali sono ancora relativamente giovani e lo è anche Internet, soprattutto nella versione 2.0, quella più “trafficata” per rimanere in metafora. Sono passati solo una decina di anni dall’inizio del Web 2.0, interattivo, sociale, democratico, partecipativo. Qualcuno lo frequenta sin dall’inizio, tantissimi vi si sono avvicinati col tempo, molti sono indecisi sul da farsi e intanto stanno a guardare, molti altri ne sono ancora tagliati fuori (solo il 46% della popolazione mondiale dispone di una connessione a Internet). L’esperienza e la pratica aiutano senza dubbio a capirne i meccanismi, ma in molti casi non sono sufficienti, considerata anche la rapida evoluzione del Web che richiede ai suoi utenti un aggiornamento continuo.

CONCLUSIONI

E allora… in attesa che qualcuno ai vertici prenda coscienza di quanto oggi sia urgente e imprescindibile EDUCARE all’uso corretto e consapevole del Web 2.0 chi vi ha accesso ed in particolare i giovanissimi (il PNSD sta smuovendo le acque anche se – a mio parere – servirebbe introdurre l’educazione ai media digitali proprio come materia scolastica), cominciamo a provvedere noi genitori ed insegnanti, dando innanzitutto il BUON ESEMPIO e non perdendo occasione per offrire ai nostri figli e alunni pillole di “saggezza digitale” ogni qual volta ce ne capiti l’occasione.

Buon viaggio e buone vacanze a tutti 😉

RINGRAZIAMENTI (e letture utili)

Grazie al professor Pier Cesare Rivoltella – che non ho la fortuna di conoscere personalmente ma che seguo e ammiro molto –  che col suo “Le virtù del digitale. Per un’etica dei mediami ha fornito lo spunto per scrivere questo articolo.

E grazie ad Anna Fogarolo che ha scritto per Erickson due libri utilissimi ed interessantissimi “Do you speak Facebook?” e “Il Web è nostro” che insegnano a genitori, docenti e ragazzi come navigare in sicurezza e usare al meglio il Web.

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Informazioni su Chiara Spalatro

Laureata in lettere moderne, insegna materie letterarie all'Istituto Comprensivo “Rodari Alighieri Spalatro” di Vieste (FG). E' animatrice digitale, Apple Distinguished Educator e formatrice nell’ambito delle nuove tecnologie applicate alla didattica. Insegnante capovolta dal 2015, pubblica le sue videolezioni sul canale YouTube che si chiama come lei e conta oltre 14.000 followers. Ha pubblicato numerosi articoli sulla didattica col digitale e la flipped classroom. Ha scritto insieme a Grazia Paladino due libri per Erickson sulla Didattica capovolta nella scuola secondaria di primo grado. Tiene corsi e seminari sulla flipped classroom e l'uso degli strumenti digitali nella didattica.

5 pensieri su “Nessuno nasce “imparato”… sul Web

  1. Letto tutto d’un fiato!!! Abbiamo molto da imparare…timidamente stiamo imparando a “guidare” apprezzando paesaggi, panorami e risorse, ma allo stesso tempo schivando pericoli, errori ed insidie sempre in agguato!!! Grazie prof …l’attenzione è alta…perché si raggiunga sempre maggior consapevolezza, utilità e perché no piacere dal viaggio intrapreso!

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    • Grazie a te, Giuseppe, per la considerazione che riservi agli articoli del nostro blog 🙂 🙂 🙂
      Per insegnare a qualcuno a guidare bisogna essere esperti “guidatori” e non tutti gli insegnanti lo sono ancora! Cominciamo allora dalla formazione degli insegnanti, una buona formazione, per poi passare a quella degli studenti e anche delle famiglie poiché molti “misconcetti” vengono proprio da loro. Facciamo del Web un posto “sicuro” in cui stare per lavorare, informarsi e – perché no – divertirsi!

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