L’ABC della classe capovolta

Esiste un modello di scuola che metta d’accordo alunni, insegnanti, genitori?

Se chiedete a uno studente dagli 8 ai 18 anni, ai suoi genitori e a uno degli 800mila insegnanti del nostro paese come dovrebbe essere la scuola ideale, vi risponderanno cose diverse. Ma non basta! Provate a chiedere ai ragazzi se sanno dare un senso a ciò che fanno a scuola e soprattutto se ci vanno volentieri. Vi risponderanno quasi tutti di NO.

L’insoddisfazione degli studenti si traduce, in molti casi, in frustrazione dei docenti che non sanno più cosa inventarsi per motivare e coinvolgere gli alunni. Nonostante tutte le attenzioni che dedichiamo oggi ai ragazzi, loro continuano a star male a scuola, lo dicono le statistiche. Se potessero scegliere qualcosa di diverso al mattino, anziché sedersi in un banco e ascoltare per ore gli insegnanti parlare, lo farebbero volentieri. La scuola – così com’é – li annoia, li deprime, li delude.

Tra gli insegnanti c’è chi ha deciso di ribaltare questa situazione per provare a cancellare l’insoddisfazione degli alunni, ma anche la propria, e far diventare la scuola un posto in cui abbia senso trascorrere molte ore al giorno. Sono gli insegnanti capovolti.

La classe capovolta in Italia si pratica da oltre 5 anni. Per chi voglia apprenderne il funzionamento esiste ormai una discreta bibliografia e numerosi corsi. Che cos’è esattamente e come funziona? Proverò a spiegarlo usando l’ALFABETO.

ANTICIPAZIONE  Nella classe capovolta i contenuti della lezione non vengono più trasmessi frontalmente a scuola dal docente, ma si apprendono in autonomia a casa generalmente guardando un video, o consultando altro materiale digitale o analogico, purché sia condiviso in anticipo in modo che lo studente possa arrivare in classe con i concetti base già acquisiti per poter lavorare attivamente sull’argomento.

BISOGNI  L’insoddisfazione che molti provano a scuola deriva dal fatto che sentono che essa non soddisfa i loro bisogni. Ribaltando l’impostazione classica del processo di insegnamento-apprendimento, con la classe capovolta diventa molto più facile venire incontro ai bisogni educativi e formativi di tutti gli studenti, diventa più facile rispettare gli stili e i ritmi di apprendimento di ciascun alunno.

COMPETENZE  Non si possono sviluppare competenze se in classe, nella maggior parte dei casi, si continua a spiegare e interrogare e basta! Continuiamo a ripetere che la scuola deve essere una palestra di vita, ma continuiamo anche a insegnare come si faceva 40 anni fa quando il mondo era molto molto diverso da oggi. John Dewey, oltre un secolo fa, affermava “Se insegniamo agli studenti di oggi come facevamo con quelli di ieri, li derubiamo del loro domani”. Nella classe capovolta vengono proposti compiti autentici e sfidanti, attività stimolanti che richiedono ai ragazzi di mettere in campo competenze concrete, spirito di iniziativa, soft skills, capacità di cooperare.

DIGITALE  Il mondo di oggi è digitale e questo è un dato di fatto che la scuola non può ignorare! Gli insegnanti capovolti hanno imparato a sfruttare le potenzialità degli strumenti digitali per favorire l’apprendimento, usano e fanno usare agli studenti i loro dispositivi per imparare, mettono il digitale al servizio della didattica. Il punto di riferimento per gli alunni è generalmente il sito didattico del docente dove trovano i materiali di studio e i compiti autentici, ma si usano anche YouTube, applicazioni, piattaforme didattiche. Sempre grazie al digitale gli insegnanti capovolti comunicano, collaborano, condividono risorse ed esperienze su community di insegnanti online.

EMPATIA  Per chi insegna in una classe capovolta è più facile stabilire una relazione empatica con i propri studenti, le modalità di lavoro in classe gli permettono di stare più vicino ai ragazzi anche fisicamente, trovandosi più spesso tra i banchi che dietro a una cattedra, gli permettono di guidarli e assisterli in maniera più significativa.

FUTURO  La classe capovolta è basata su una didattica innovativa e attiva che favorisce il protagonismo dello studente per prepararlo alle sfide del futuro. Non possiamo sapere come sarà il mondo tra 30 anni, i cambiamenti sono troppo veloci! Ma qualche previsione siamo in grado di farla. A brevissimo scomparirà circa il 50% dei lavori attuali, o meglio, questi saranno completamente automatizzati e allo stesso tempo nasceranno nuove professioni. I robot prenderanno il posto degli umani in molti casi, scompariranno tassisti, camerieri, cassieri, impiegati. Una ricerca dell’università di Oxford ha dato vita a un sito, Will robots take my job? Visitatelo! Scoprirete che gli insegnanti fra 30 anni ci saranno ancora, a patto che si aggiornino!

GIOCO  Imparare giocando è il miglior modo di imparare, lo diceva anche Maria Montessori, ma qui parliamo di gioco di squadra. La classe capovolta coinvolge insegnanti, dirigenti, genitori, alunni, ognuno fa la sua parte. L’educazione e la formazione delle nuove generazioni non sono solo affare della scuola. Con la classe capovolta c’è più trasparenza, le lezioni e i compiti autentici sono online e li possono guardare anche i genitori, potenzialmente li possono guardare tutti. I genitori ricevono all’inizio dell’anno informazioni precise su come sarà condotto il lavoro con i propri figli, viene chiesta la loro collaborazione. Giocando in squadra ci si sostiene a vicenda e vincere è più facile!

HARDWARE  Cosa serve concretamente per avviare una classe capovolta? Una strumentazione tecnologica che normalmente un insegnante già possiede: un computer, uno smartphone. Lo stesso vale per gli studenti. Noi insegnanti capovolti proponiamo e insegniamo un uso intelligente e proficuo delle tecnologie che i nostri ragazzi hanno in tasca!

INTERNET  Gli strumenti digitali non bastano, serve ovviamente una connessione a Internet che oggi hanno un po’ tutti. Nelle scuole, lo sappiamo, la rete non è sempre ottimale, ma meno male che esiste l’hotspot! Spesso prof e alunni hanno giga a sufficienza per tutti e navigare, anche in presenza di un wifi un po’ ballerino, non è più un problema!

LIBRI  Il libro é ancora il cardine della nostra tradizione scolastica. La parola libro ci fa pensare a un insieme di fogli di carta stampata contenenti informazioni perlopiù in forma testuale e lineare. Ma attenzione: il libro, oggi, è solo uno dei tanti strumenti per apprendere, può avere tante forme e non essere solo di carta. Nelle classi capovolte normalmente si studia sui video, ma anche i libri sono ammessi, in particolar modo se digitali.

MOTIVAZIONE  Senza motivazione non si va da nessuna parte – lo sappiamo – e agganciare gli alunni di oggi non è facile. Mettere su YouTube le videolezioni è già un’ottima mossa, ma non basta. Il vero motore della classe capovolta sta nelle attività che si svolgono a scuola. Riporto le parole di una tema di una studentessa del mio primo anno di “capovolgimento”: Solitamente, quando un alunno entra in classe, è pronto ad affrontare – non sempre con entusiasmo – una classica lezione, svolgere gli esercizi assegnati dai prof, imparare in maniera tradizionale. Da noi no! Io e i miei compagni siamo molto felici quando c’è storia o italiano ed entriamo in classe con grande curiosità… che cosa si sarà inventata oggi la prof? Inizi a lavorare, le ore passano e tu non te ne accorgi. L’anno prossimo andrò al liceo, non mi illudo che sia lo stesso, ma un pochino ci spero”.

NOIA  Da un recente sondaggio di Flipnet è emerso che 6 studenti su 10 in classe si annoiano principalmente perché i docenti parlano troppo, o perché si sta troppo tempo seduti. I ragazzi ci chiedono di essere attivi, il movimento è amico dell’apprendimento. La classe capovolta è, per sua natura, una classe attiva dove ai ragazzi non è dato modo di annoiarsi, magari mentre il prof sta interrogando qualcun altro. Un’ora, due, tre passano veloci e capita che mentre ti prepari a uscire dall’aula ti dicano “Prof, ma è già finita?”.

OPPORTUNITÀ  Quando ho sentito parlare per la prima volta di classe capovolta credo che in Italia fosse da poco arrivata. Ne sono rimasta subito colpita sebbene, allora, ci fossero meno strumenti di oggi per metterla in pratica. Mi sono documentata, ho cominciato a cercare in rete. Ho letto il libro La classe capovolta di Maurizio Maglioni – presidente di Flipnet – e Fabio Biscaro e ho seguito il loro corso online, lo stesso nel quale oggi collaboro come formatrice. Ho cominciato a girare le mia prime videolezioni, ho creato un sito e mi sono lanciata. Ho capito fin da subito che la classe capovolta era un’opportunità di cui non potevo privare i miei ragazzi.

PIANO  Bisogna andare piano per arrivare prima. Questo concetto è ben chiaro agli insegnanti capovolti che non si affannano – come tanti – per concludere il programma  rimpinzando i ragazzi di nozioni e lasciando indietro gli studenti che non ce la fanno a reggere il ritmo. Le Indicazioni Nazionali parlano chiaro: i programmi non esistono più! Gli insegnanti devono focalizzarsi sui bisogni di bambini e ragazzi realizzando una didattica personalizzata, ma soprattutto serena. Correre pretendendo che tutti raggiungano contemporaneamente lo stesso traguardo non ha senso, meglio andare piano.

QUALITÀ  E andare piano significa infischiarsene della quantità e concentrarsi sulla qualità della didattica! Per cucinare un buon piatto ci vogliono gli ingredienti giusti nelle giuste dosi, ma anche pazienza e tempo.

RESPONSABILITÀ  La didattica capovolta è basata sull’autoapprendimento e sull’autovalutazione, puntiamo molto a sviluppare la responsabilità dei nostri studenti. Anche il ricorso frequente, e adeguatamente predisposto, al lavoro cooperativo mira a potenziare il loro senso di responsabilità nei confronti di se stessi e degli altri.

SPAZI  L’ambiente di apprendimento in una classe capovolta cambia, per forza di cose. Si può apprendere al parco, in autobus, nella sala d’attesa del dentista, basta avere a disposizione uno smartphone e due auricolari per guardare la lezione online! Oggi, infatti, gli spazi dove è possibile imparare non sono più solo reali, ma anche virtuali: la piattaforma, il sito del docente, YouTube, la rete. Cambia ovviamente anche il setting dell’aula che viene ridisegnato in base alle esigenze del lavoro cooperativo.

TEMPO  In un anno scolastico un insegnante passa mediamente ⅓ del monte ore della sua materia a spiegare, il resto del tempo lo passa a interrogare. Delegando la trasmissione dei contenuti ai video da guardare a casa, il guadagno di tempo è notevole. Pensate a quante attività più stimolanti per gli alunni si possono fare in quelle ore!

UNIVERSALE  È stata proprio la questione “tempo” a far venire l’idea di flippare la classe, una decina di anni fa, a Bergmann e Sams, due insegnanti di chimica di una high school del Colorado. Lavorando in una scuola con un alto tasso di assenteismo, i due erano stanchi di ripetere più volte le stesse lezioni, così hanno girato dei video e li hanno messi su YouTube. Il resto è storia. Oggi la classe capovolta è una realtà universale.

VITA  Alla lettera V ci sarebbe stata a pennello la parola videolezione, ma per non alimentare il pregiudizio che la classe capovolta sia solo insegnare con i video ho scelto una parola più bella e piena di speranza: vita. Non dimentichiamo che il compito di noi insegnanti non è preparare i nostri alunni per la classe o il livello successivo di scuola, come – ahimè – troppo spesso si pensa. Il nostro compito è prepararli per la vita.

ZONA  E per preparare i nostri alunni per la vita bisogna uscire dalla zona di comfort. Devono farlo gli insegnanti e devono farlo gli studenti. La scuola tradizionale, in fondo, è rassicurante anche per loro, ma soprattutto comoda. Molti, per pigrizia, preferiscono il “non fare” al “fare”, sonnecchiare quando il prof spiega, chattare mentre interroga gli altri, sapere esattamente cosa aspettarsi quando si entrerà in classe. Anche molti insegnanti non amano cambiare, troppo rischioso, troppo faticoso, a volte spaventoso. Meglio lo schema di scuola tradizionale, collaudato, rassicurante ma poco adatto a preparare i ragazzi alle sfide del mondo attuale.

La classe capovolta non è la soluzione, ma uno dei possibili approcci per una scuola nuova, creativa, inclusiva, frequentata, ci auguriamo, da studenti più attivi e insegnanti più felici. Cambiamo la scuola, cambierà il mondo!

Piccola bibliografia per approfondire:

Info su corsi online tenuti da docenti capovolti: flipnet.it/category/corsi-on-line/

 

Questo articolo è stato pubblicato in Compiti autentici, Didattica, Nuove metodologie didattiche e contrassegnato come , , da Chiara Spalatro . Aggiungi il permalink ai segnalibri.

Informazioni su Chiara Spalatro

Laureata in lettere moderne, insegna materie letterarie all'Istituto Comprensivo “Rodari Alighieri Spalatro” di Vieste (FG). E' animatrice digitale, Apple Distinguished Educator e formatrice nell’ambito delle nuove tecnologie applicate alla didattica. Insegnante capovolta dal 2015, pubblica le sue videolezioni sul canale YouTube che si chiama come lei e conta oltre 14.000 followers. Ha pubblicato numerosi articoli sulla didattica col digitale e la flipped classroom. Ha scritto insieme a Grazia Paladino due libri per Erickson sulla Didattica capovolta nella scuola secondaria di primo grado. Tiene corsi e seminari sulla flipped classroom e l'uso degli strumenti digitali nella didattica.

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