“Sostegno” alla didattica a distanza

Prof, può condividere il link della lezione? Prof, non mi funziona il microfono! Prof, la mia connessione è ballerina! Alzi la mano chi tra i docenti non è stato letteralmente bombardato da richieste simili a queste negli ultimi tempi! 

La DAD Didattica A Distanza… è entrata prepotentemente nelle nostre vite di insegnanti (e genitori) e le ha stravolte! Continua a leggere

Insegnanti “a distanza”

Così, da un giorno all’altro, la maggior parte degli insegnanti si è ritrovata a dover fare didattica a distanza utilizzando strumenti digitali. Ma come funziona esattamente non è chiaro a tutti. Qualcuno si lamenta: non ci sono indicazioni univoche! Nessuno ci ha ha detto quali strumenti utilizzare! Non rientra nei nostri compiti contrattuali, esplodono i sindacalisti! Le direttive all’inizio sono state generiche, l’organizzazione delegata alle singole scuole, dirigenti, animatori digitali. Nella maggior parte dei casi si è fatto appello alla buona volontà, alle competenze e agli strumenti personali dei docenti per raggiungere gli alunni isolati nelle proprie case. Continua a leggere

Sembra strano…

Sembra strano rimanere a casa la mattina, organizzare le lezioni, registrare un video su un argomento che non avevi ancora affrontato. Poi rispondere ai messaggi dei tuoi alunni, mentre arrivano i whatsapp dei genitori che chiedono spiegazioni.
Noi docenti ancora  non siamo bravi nella cosiddetta didattica a distanza, ma ci stiamo organizzando, chi in modo più rapido, perché già aveva attivato delle attività che prevedevano l’uso degli strumenti digitali, chi più lentamente chiedendo consigli ai più esperti.
E loro, i ragazzi, come si sentono? Avranno festeggiato l’inizio stranamente anticipato delle vacanze pasquali? 

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L’ABC della classe capovolta

Esiste un modello di scuola che metta d’accordo alunni, insegnanti, genitori?

Se chiedete a uno studente dagli 8 ai 18 anni, ai suoi genitori e a uno degli 800mila insegnanti del nostro paese come dovrebbe essere la scuola ideale, vi risponderanno cose diverse. Ma non basta! Provate a chiedere ai ragazzi se sanno dare un senso a ciò che fanno a scuola e soprattutto se ci vanno volentieri. Vi risponderanno quasi tutti di NO.

L’insoddisfazione degli studenti si traduce, in molti casi, in frustrazione dei docenti che non sanno più cosa inventarsi per motivare e coinvolgere gli alunni. Nonostante tutte le attenzioni che dedichiamo oggi ai ragazzi, loro continuano a star male a scuola, lo dicono le statistiche. Se potessero scegliere qualcosa di diverso al mattino, anziché sedersi in un banco e ascoltare per ore gli insegnanti parlare, lo farebbero volentieri. La scuola – così com’é – li annoia, li deprime, li delude.

Tra gli insegnanti c’è chi ha deciso di ribaltare questa situazione per provare a cancellare l’insoddisfazione degli alunni, ma anche la propria, e far diventare la scuola un posto in cui abbia senso trascorrere molte ore al giorno. Sono gli insegnanti capovolti. Continua a leggere

Si può fare! We can Do it 2.0

Mi chiamo Tiziana e sono l’insegnante di inglese, matematica e tecnologia di due classi quarte di scuola primaria dell’Istituto Comprensivo “Rodari Alighieri Spalatro” di Vieste. Ho deciso di scrivere questo articolo per lasciare una traccia del percorso di robotica educativa che quest’anno sto sperimentando con i miei ragazzi.

Cos’è LEGO WeDo 2.0?

LEGO WeDo 2.0 è un kit robot programmabile della linea Lego Education che offre diversi modellini (robot), movimenti articolati, possibilità di scaricare gratuitamente l’applicazione con all’interno un’interessante sezione dedicata alla progettazione guidata e alla documentazione.

I bambini  hanno la possibilità di montare e rimontare i “blocchetti” Lego creando robot diversi in base alla propria fantasia e creatività.  A “blocchetti” è anche l’ambiente di programmazione che permette loro di programmare i robot, quindi di farli “muovere”, semplicemente trascinando e collegando le icone di comando, ottenendo così il controllo “live” delle loro creazioni! Dunque possiamo parlare di un connubio unico tra due elementi esplosivi: il mattoncino Lego e il software adatto per animarlo.

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Via la cattedra! Ribaltare i paradigmi dell’apprendimento con la classe capovolta

La flipped classroom, giunta nel nostro paese qualche anno fa, ha ormai acquisito cittadinanza italiana. Da noi si chiama classe capovolta e sta cambiando, anzi ribaltando, il modo di insegnare e di apprendere di un numero sempre crescente di docenti e studenti italiani.

Tanti i punti a suo favore: il lavoro per competenze, la centralità degli alunni, il cooperative learning, l’autovalutazione, l’inclusione, l’uso consapevole del digitale. Ne abbiamo parlato a Rimini, al Convegno Erickson “Didattiche 2018” nel workshop “Via la cattedra!” organizzato, ovviamente, in modalità capovolta.

Dopo aver brevemente spiegato tramite un video il metodo ai partecipanti (non potendo condividerlo in anticipo come nelle reali classi capovolte), li abbiamo coinvolti in un’attività pratica e cooperativa. Lavorare in modalità laboratoriale con 165 persone in uno spazio nato per presentazioni frontali è stata una sfida!

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YouTube più sicuro per i piccoli

Ai bambini e ai ragazzi piace un sacco YouTube. Mentre guardando video divertenti, imparano cose interessanti o caricano le proprie creazioni, possono rimanere occupati anche per ore. Ma YouTube non è solo divertimento e videogiochi.

Sei un genitore o un insegnante? Scoprii 5 modi per rendere più sicuro YouTube. Clicca sul link e leggi l’articolo di Luigina Foggetti su Girl Geek Life.

 

C’è formazione… e formazione

Ho sempre accarezzato il sogno di far giocare i miei alunni a “fare gli scrittori”, soprattutto per far loro sperimentare direttamente la virtù creativa della parola scritta. Ma come spesso accade al giovane (ora non più purtroppo!) insegnante, spesso mancano i ferri del mestiere o, meglio ancora, manca chi con dedizione e delicatezza professionale sappia come e quando dare i giusti consigli. I primi esperimenti di blog letterari risalgono all’ormai lontano anno scolastico 2011-2012, quando una mia alunna mi chiese se fosse possibile dare visibilità per mezzo di Blogger ad una raccolta di racconti ispirati alla saga britannica di Sherlock Holmes e del fido dottor Watson.

Ne sortì un’imbarazzante accozzaglia di parole e illogicità, talvolta buffe. Ma tant’è… In qualche modo bisogna pur cominciare!

Negli anni successivi mi è capitato, Continua a leggere

Parole che contano

Le parole contano, eccome! Contano soprattutto oggi che ne spendiamo tante più di ieri, sui social network, in internet, nel mondo virtuale frequentato da grandi e piccini.

Ma virtuale è reale! Non dimentichiamolo. Un comportamento ed un linguaggio corretto devono essere alla base delle nostre interazioni sociali sia nella vita reale che sul web.

Le parole non vanno scelte a caso perché ognuna di esse ha un peso e l’uso di un linguaggio scorretto può avere conseguenze, anche gravi, soprattutto quando queste vengono digitate su uno schermo o dettate in un messaggio vocale. Continua a leggere

Non si interroga. C’è il brainstorming!

Cos’è che rende attenti gli alunni ed efficace una qualsiasi attività svolta in classe? Certamente il coinvolgimento. Provate ad entrare in classe la prima ora del lunedì e a proporre una qualsiasi lezione di una qualsiasi disciplina. L’espressione dei vostri alunni tradirà quello che gli passa per la mente: non certo la voglia di cominciare un percorso didattico ad inizio settimana! Viceversa pensiamo ad un professore che entra lo stesso giorno alla stessa ora e comincia a commentare i risultati delle partite di serie A del giorno prima. Ecco che lo scenario cambia!

Improvvisamente si assisterà ad un risveglio spontaneo e tutti gli alunni, o per lo meno la maggior parte, saranno belli pimpanti e daranno il loro parere sulle varie azioni, sanzioni degli arbitri, classifiche. Continua a leggere